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DOMANDE FREQUENTI
Questa pagina è a disposizione di tutti coloro abbiano dubbi o domande tecniche o semplici curiosità sul mondo delle energie rinnovabili

A tutti verrà risposto direttamente via e-mail e i quesiti più interessanti e le relative risposte verranno pubblicati in questa pagina.
Invitiamo quindi tutti, nell’interesse di tutti, a continuare a inviarci richieste, in merito alle quali noi puntualmente risponderemo.
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[Fotovoltaico] A quanto ammontano i costi di manutenzione di un impianto fotovoltaico?
[Fotovoltaico] Che tipo di impianto fotovoltaico posso installare?
[Fotovoltaico] Che cos'è un impianto fotovoltaico?
[Fotovoltaico] Che differenza c’è tra un impianto fotovoltaico ed un impianto solare termico?
[Eolico] Quali sono i vantaggi dell’energia eolica?
[Eolico] Le turbine eoliche sono rumorose?
[Eolico] Come faccio a sapere se un sito è ventoso?
[Eolico] Come viene prodotta elettricità da una turbina eolica?
[Eolico] Per quanto tempo le turbine eoliche producono elettricità?
[Eolico] Cos'è l'energia eolica?
[Idroelettrico] Cos'e' l'energia idroelettrca?
[Idroelettrico] Come viene prodotta l'energia in una centrale idroelettrica?
[Idroelettrico] Si puo' produrre elettricita' da maree e onde?
[Biomassa e Biogas] Che cos'è il Biogas?
[Biomassa e Biogas] Qual è la normativa che determina la definizione di rifiuto?
[Biomassa e Biogas] In che parti è scomponibile il rifiuto?
[Biomassa e Biogas] Qual'è la differenza tra RSU (Rifiuti solidi urbani) e CDR (Combustibile derivato dai rifiuti)?
[Generico] Quali sono le energie da fonti rinnovabili?
[Generico] Che cosa sono i "certificati verdi"?
[Generico] Qual è il legame tra il Protocollo di Kyoto e crediti di carbonio?
[Generico] Che cos'è il Protocollo di Kyoto?
[Generico] Qual è il legame tra il Protocollo di Kyoto e crediti di carbonio?
  
RISPOSTE
A quanto ammontano i costi di manutenzione di un impianto fotovoltaico?
Il costo annuo di manutenzione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete è molto basso, viene stimato in circa 1% del costo totale dell'impianto. Nel caso di un sistema ad isola invece stimiamo un 4% annuo a causa della, seppur minima, manutenzione della batteria di accumulo (1 rabbocco ogni 2 anni). E' da tenere presente che la batteria, nel sistema ad isola, ha una durata (a seconda poi del tipo e tecnologia) che si aggira intorno ai 8-10 anni (per la batteria stazionaria a piastre tubolari - ben mantenuta e ottimizzata con calcolo "ad hoch") dopo i quali deve essere sostituita.


Che tipo di impianto fotovoltaico posso installare?
Le due tipologie più importanti (che poi raccolgono in esse tutte le altre) di impianto fotovoltaico sono:
  • Sistema "connesso alla rete" (o grid-connected)

  • Sistema "ad isola" (o stand alone).

  • Il primo sistema è composto essenzialmente da moduli fotovoltaici, strutture di supporto, inverter "grid" e quadri elettrici e utilizza la rete elettrica cittadina come serbatoio dove immettere tutta l'energia prodotta per poi utilizzarla quando serve (scambio alla pari - net  metering). Nel secondo sistema invece, quello ad isola, vengono aggiunti altri 2 elementi : il sistema di controllo e gestione carica della batteria e una batteria di accumulatori al piombo acido (o altra tecnologia) i quali servono ad immagazzinare l'energia prodotta dal campo fotovoltaico in assenza della rete elettrica. Infatti questo secondo sistema viene proposto per l'alimentazione elettrica di abitazioni o apparati elettrici posti al di fuori della rete elettrica nazionale.


    Che cos'è un impianto fotovoltaico?
    Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l'energia solare in energia elettrica. Esso è composto essenzialmente da:
  • moduli o pannelli fotovovoltaici

  • strutture di supporto per il fissaggio dei moduli fv

  • sistema di controllo e gestione carica batteria (solo in impianti "ad isola")

  • batteria di accumulatori elettrici (solo in impianti "ad isola")

  • inverter che trasforma la corrente continua generata dal sistema in corrente alternata

  • quadri elettrici e cavi di collegamento I moduli sono costituiti da celle in materiale semiconduttore, il più utilizzato dei quali è il silicio cristallino. Essi rappresentano la parte attiva del sistema perché convertono la radiazione solare in energia elettrica.


  • Che differenza c’è tra un impianto fotovoltaico ed un impianto solare termico?
    Entrambe le tipologie d’impianto utilizzano il sole come fonte energetica, catturandone la radiazione attraverso superfici captanti: mentre i moduli fotovoltaici trasformano direttamente la radiazione solare in energia elettrica, i pannelli solari termici utilizzano l’energia termica del sole per riscaldare l’acqua da utilizzare per uso igienico sanitario o per il riscaldamento degli ambienti.


    Quali sono i vantaggi dell’energia eolica?
    Due fondamentali: la tutela dell’ambiente e la riduzione della dipendenza energetica da costose importazioni. Infatti, nella fase di produzione dell’energia elettrica, le turbine eoliche (indipendentemente dalla grandezza e potenza) hanno un impatto sull’ambiente molto limitato e, soprattutto, hanno “zero” emissioni inquinanti. Nessun tipo di inquinamento sui territori circostanti, quindi, ma anche un sensibile contributo al rispetto degli impegni presi in sede internazionale (Protocollo di Kyoto) per la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas ad effetto serra. Dal punto di vista energetico, trattandosi di una fonte rinnovabile e gratuita, l’energia eolica riveste un crescente ruolo strategico nell’ottica sia di ridurre la dipendenza economica e politica dai Paesi fornitori di combustibili fossili, sia per far fronte al progressivo ridursi delle loro riserve. Si tratta infine di una tecnologia avanzata che contribuisce al rilancio economico e allo sviluppo industriale di aree marginali e spesso abbandonate anche rispetto alle tradizionali attività agricole.


    Le turbine eoliche sono rumorose?
    Contrariamente a quanto spesso si teme, il livello di rumorosità delle turbine eoliche non è molto elevato.
    Il rumore che emette un aerogeneratore viene causato dall’attrito delle pale con l’aria e dal moltiplicatore di giri. L’adozione di materiali avanzati, opportune conformazioni delle pale e l’isolamento acustico della navicella lo attutiscono molto, tanto che è possibile conversare al di sotto di una turbina senza dover alzare il tono di voce.
    Benché il livello di rumorosità di un parco eolico dipenda dall’intensità del vento, esso è confrontabile con quello emesso dal vento stesso in prossimità degli alberi e degli arbusti della zona. In ogni caso già a meno di 100 metri da una turbina eolica in movimento, il rumore prodotto non supera i 50 decibel: un'intensità sonora paragonabile a quella di una normale conversazione.


    Come faccio a sapere se un sito è ventoso?
    La conoscenza della disponibilità media di vento su un sito rappresenta un elemento fondamentale per il buon esito di un’iniziativa eolica. Nel caso di iniziative industriali la caratterizzazione anemologica del sito è una operazione complessa, che può prevede anche l’installazione di anemòmetri per la produzione diretta di dati (operazione che può durare anche uno-due anni), tenendo presente che la velocità del vento non va misurata al suolo, ma all’altezza del mozzo degli aerogeneratori (30-50 metri). Nel caso di piccoli aerogeneratori per autoproduzione, l’entità relativamente modesta dell’investimento non giustifica il ricorso a costose indagini anemologiche e la scelta di dove installare una macchina viene spesso fatta sulla base dell’esperienza (osservazione delle caratteristiche morfologiche, testimonianze degli abitanti) e soprattutto di eventuali dati di ventosità disponibili da postazioni anemometriche situate nelle vicinanze (aeroporti, stazioni meteo eccetera). Indicazioni di massima sulla ventosità delle varie zone in Italia sono comunque desumibili dalle mappe dell’Atlante eolico del territorio italiano, consultabile sul sito: www.ricercadisistema.it.


    Come viene prodotta elettricità da una turbina eolica?
    Il modo più semplice per pensare a come questo possa avvenire, è di immaginare che una turbina eolica funzioni in modo opposto ad un ventilatore. Invece di utilizzare l'elettricità per produrre vento, così come fa un ventilatore, le turbine sfruttano il vento per produrre elettricità. Quasi tutte le turbine eoliche che producono elettricità consistono di pale ruotanti attorno ad un mozzo orizzontale. Il mozzo è connesso ad un dispositivo di trasmissione e ad un generatore posizionati all'interno di una navicella. La navicella è l'elemento più grande in cima alla torre dove sono collocati tutti le componenti elettriche. La maggior parte delle turbine eoliche ha tre pale che si muovono in direzione del vento. Il vento fa girare le pale che a loro volta azionano l'albero connesso ad un generatore dove viene prodotta l'elettricità. Il generatore è un dispositivo che produce energia elettrica servendosi dell'energia meccanica in modo opposto a quanto avviene in un motore elettrico. Esistono inoltre 2 filosofie principali di costruzione delle turbine eoliche:
  • VAWT (Vertical Axis Wind Turbine)
  • HAWT (Horizzontal Axis Wind Turbine) Come illustrato nel disegno sottoriportato i componenti per la produzione di turbine ad asse verticale e turbine ad asse orizzontale sono praticamente gli stessi.

     



  • Per quanto tempo le turbine eoliche producono elettricità?
    La resa di una turbina eolica dipende dalla ventosità del luogo in cui è posizionata. Per esempio, una capacità produttiva media del 30% significherebbe che nel corso di un anno la turbina produce il 30% della quantità di energia che avrebbe teoricamente prodotto se avesse funzionato in assenza di vento per tutto l'anno. In media, le turbine girano, e quindi producono elettricità, per circa il 90-95% del tempo. Questo fattore dipende nuovamente dalla posizione.


    Cos'è l'energia eolica?
    L'aria spostata dalla differenza di temperatura atmosferica genera l'effetto che noi chiamiamo vento. La tecnologia inerente si riferisce alla possibilità di ottenere energia elettrica convertendo l'energia del vento tramite i noti effetti di induzione magnetica dei rotori ad avvolgimento.
    L'aria in movimento impatta sul dispositivo di conversione, opportunamente sagomato, e mette in rotazione il medesimo. Tale rotazione viene direttamente convertita in energia elettrica a rendimenti elevati.


    Cos'e' l'energia idroelettrca?
    L'energia idroelettrica è elettricità che viene generata sfruttando l'energia dell'acqua cadente o corrente. La forza idroelettrica è una cosiddetta fonte di energia rinnovabile. Ciò significa che la fonte, che fornisce energia, può rinnovarsi. Ciò avviene perché, diversamente delle fonti di energia non rinnovabili quale il petrolio greggio, non la esauriremo mai completamente. Essa può essere rinnovata dopo che e' stata usata per la generazione di energia.


    Come viene prodotta l'energia in una centrale idroelettrica?
    La prima fase della generazione di energia in un impianto di idropotenza è l'accumulazione dell'acqua corrente generata da piogge e di nevi stagionali in laghi, corsi d'acqua e fiumi, durante il ciclo idrologico. L'acqua scorre verso le dighe a valle, cade attraverso la diga, nell'impianto di idropotenza e fa girare una grande ruota detta turbina. La turbina converte l'energia dell'acqua che cade in energia meccanica per guidare il generatore. Gira un albero, che ruota un certo numero di magneti in un generatore. Quando i magneti attraversano degli avvolgimenti di rame viene genereato un campo magnetico, che favorisce la produzione di elettricità. I trasformatori step-up aumentano quindi la tensione dell'elettricità, fino ai livelli necessari per il viaggio verso il centro abitato. Dopo che questo processo e' avvenuto, l'elettricità è trasferita al centro abitato attraverso le linee di trasmissione e l'acqua rilasciata nuovamente nei laghi, corsi d'acqua e fiumi. Questo processo è totalmente non dannoso, dal momento che nessuna sostanza inquinante viene aggiunta all'acqua mentre attraversa la centrale.


    Si puo' produrre elettricita' da maree e onde?
    Al giorno d'oggi la produzione di elettricità dalle onde e dalle maree è un'opzione. Circa due volte al giorno nelle alte così come nelle basse maree, l'acqua fluisce dentro e fuori dai litorali e dagli estuari. Questa acqua può far girare turbine, per produrre elettricità. Ma gli analisti stanno dando un'occhiata approfondita a questa forma di rifornimento energetico e credono che la potenza delle mareee possa dare soltanto un contributo molto piccolo al rifornimento energetico mondiale, a causa dei pochi luoghi adatti, degli alti costi di costruzione ed al rischio di distruzione dell'apparecchiatura attraverso corrosione da acqua salata. Tuttavia, ci sono alcune zone con condizioni favorevoli per produrre energia di marea. La Francia ed il Canada oggi possiedono i più grandi dispositivi per energia di marea.


    Che cos'è il Biogas?
    È una miscela di metano, biossido di carbonio e altri gas ottenuta per mezzo della fermentazione anaerobica di rifiuti organici, prodotta da microrganismi attivi in ambienti privi di ossigeno.


    Qual è la normativa che determina la definizione di rifiuto?
    Il D. Lgs. n. 22 del 5.2.97, meglio conosciuto come "Decreto Ronchi", definisce come rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate in allegato al decreto stesso e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. Tuttavia l'elenco dei rifiuti individuati nell'allegato al decreto non è esaustivo. Pertanto, il criterio da seguire per determinare se una data sostanza debba essere qualificata come rifiuto, e di conseguenza assoggettata alla normativa che ne regola tutte le fasi di smaltimento, è quello soggettivo e cioè di valutazione della volontà del detentore di disfarsi o meno della sostanza stessa. Nel Decreto Ronchi i rifiuti vengono classificati, secondo l'origine e la pericolosità rispettivamente in urbani e speciali ed in pericolosi e non pericolosi.


    In che parti è scomponibile il rifiuto?
    Due, secca e umida. La frazione secca è costituita da materiali a basso o nullo tenore di umidità (carta, plastica, fibre tessile, ecc.); tale frazione è d'interesse sia per il recupero di materia che di energia. La frazione umida è composta da materiali putrescibili, ad alto contenuto di umidità, presenti nei rifiuti urbani.


    Qual'è la differenza tra RSU (Rifiuti solidi urbani) e CDR (Combustibile derivato dai rifiuti)?

    Sono due fasi consecutive di un trattamento. L'RSU è il combustibile alternativo ottenuto dalla componente secca dei rifiuti urbani; il CDR, la cui definizione è contenuta nel D.M.5/2/98, si ottiene a seguito di un apposito trattamento di separazione e purificazione da altri materiali, quali vetro metalli e inerti. Il CDR ha mediamente la seguente composizione: 44% carta, 23% plastiche, 12% residui tessili, 4,5% scarti legnosi, 14% organico putrescibile e 2,5% inerti; il suo potere calorifico inferiore è per legge almeno pari a 15.000 kJ/kg (circa 3.600 kcal/kg). Attualmente, sono due le possibilità di impiego di questo materiale: 

    - sfuso e/o addensato, per la combustione in impianti industriali (cementifici, acciaierie, centrali termoelettriche, ecc.) o in forni di termovalorizzazione dedicati a griglia o a letto fluido;  

    - in pellets, per la combustione con carbone o in combustori a letto fluido bollente o ricircolante.



    Quali sono le energie da fonti rinnovabili?
    Si definiscono rinnovabili le fonti di energia non esauribili, perché in grado di rigenerarsi con una velocità non inferiore a quella di consumo. La più importante è l'energia solare, che è circa 15.000 volte superiore al consumo energetico annuale di tutto il mondo. L'energia solare può essere utilizzata per produrre acqua calda (solare termico) o energia elettrica (solare fotovoltaico). Altre fonti rinnovabili sono l'energia idroelettrica, la geotermia, l'energia eolica e l'energia da biomasse. Un altro sistema per ridurre l'inquinamento atmosferico è il risparmio energetico, che può essere considerata, in senso lato, la principale fonte rinnovabile.


    Che cosa sono i "certificati verdi"?
    I "certificati verdi", definiti dall'art.5 del DM 11/11/99, sono una certificazione di produzione che il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) emette a favore dei produttori di energia rinnovabile.
    Definiscono ufficialmente ed univocamente la quantità di energia rinnovabile prodotta da ciascun impianto. Questo dato è di fondamentale importanza in quanto il Decreto Bersani ha posto in capo ai produttori ed agli importatori di energia elettrica, a decorrere dal 2001, l'obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale, nell'anno successivo, una quota di energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili pari al 2% della loro produzione (o importazione).
    Essi potranno adempiere a questo obbligo costruendo e gestendo impianti alimentati da fonti rinnovabili oppure acquistando "certificati verdi" dalle aziende che ne dispongono. Il prezzo dei certificati é determinato dall'incontro tra la domanda e l'offerta degli stessi. I produttori di energia da fonte rinnovabile avranno quindi, oltre al ricavo derivante dalla cessione dell'energia elettrica sul mercato, una incentivazione a copertura dei maggiori costi di produzione tipici degli impianti "verdi".


    Qual è il legame tra il Protocollo di Kyoto e crediti di carbonio?
    Secondo il Protocollo di Kyoto, i paesi facenti parte dell'accordo hanno fissato obiettivi che determinano la quantità massima di gas a effetto serra che potranno rilasciare nell'atmosfera ogni anno del Periodo di Impegno (2008-2012). Al fine di raggiungere questi obiettivi, i paesi dovranno apportare alcune modifiche al proprio livello di emissioni. Se necessario, potranno integrare questa azione con altre due attività. Potranno intraprendere progetti in altri paesi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e utilizzare queste riduzioni per compensare il proprio obiettivo e/o potranno acquistare quote di riduzione delle emissioni da altri paesi. Le riduzioni delle emissioni vengono misurate in termini di tonnellate di anidride carbonica e sono spesso chiamate "crediti di carbonio".


    Che cos'è il Protocollo di Kyoto?
    Il Protocollo di Kyoto è un'appendice alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC o la convenzione) che fu adottata nel dicembre 1997. Il Protocollo di Kyoto rappresenta un trattato internazionale potenzialmente vincolante che prevede azioni che dovranno essere intraprese dai paesi coinvolti per combattere il cambiamento climatico globale. Nel Protocollo vengono citati in particolare sei gas a effetto serra da tenere sotto controllo. I paesi più industrializzati (Annex B) si sono impegnati a ridurre in media le loro emissioni complessive di gas a effetto serra del 5,2% nel Periodo di Impegno compreso tra il 2008 e il 2012, mentre i paesi in via di sviluppo (non Annex B) non sono soggetti a soglie di riduzione delle emissioni. La scadenza per la ratifica del Protocollo di Kyoto era marzo 1999 e in quell'occasione aveva ricevuto 84 firme. Il Protocollo di Kyoto dovrebbe entrare in vigore quando sarà stato accettato da un minimo di 55 paesi che rappresenterebbero il 55% delle emissioni di biossido di carbonio degli Annex I nel 1990. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni (rispetto ai livelli del 1990) previsti dal Protocollo di Kyoto e assunti dai paesi sviluppati sono riportati qui di seguito:   

    - Svizzera, stati dell'Europa centrale e orientale >> OBIETTIVO - 8%  

    - Unione Europea >> OBIETTIVO - 8%  

    - Stati Uniti >> OBIETTIVO- 7%  

    - Canada, Ungheria, Giappone, Polonia >> OBIETTIVO- 6% 

    - Nuova Zelanda, Russia, Ucraina >> OBIETTIVO 0%  

    - Norvegia >> OBIETTIVO + 1%  

    - Australia >> OBIETTIVO + 8%  

    - Islanda >> OBIETTIVO + 10%  

    Occorre notare che l'Unione Europea ha accettato un accordo interno di condivisione del peso delle emissioni che consente la distribuzione dei singoli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto tra i suoi quindici stati membri.

      scarica il testo del "Protocollo di Kyoto"



    Qual è il legame tra il Protocollo di Kyoto e crediti di carbonio?
    Secondo il Protocollo di Kyoto, i paesi facenti parte dell'accordo hanno fissato obiettivi che determinano la quantità massima di gas a effetto serra che potranno rilasciare nell'atmosfera ogni anno del Periodo di Impegno (2008-2012). Al fine di raggiungere questi obiettivi, i paesi dovranno apportare alcune modifiche al proprio livello di emissioni. Se necessario, potranno integrare questa azione con altre due attività. Potranno intraprendere progetti in altri paesi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e utilizzare queste riduzioni per compensare il proprio obiettivo e/o potranno acquistare quote di riduzione delle emissioni da altri paesi. Le riduzioni delle emissioni vengono misurate in termini di tonnellate di anidride carbonica e sono spesso chiamate "crediti di carbonio".


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