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16-10-2007 TUTTE LE NEWS
Eolico: no a commercio virtuale di rinnovabili
BRUXELLES - L'industria europea dell'eolico si preoccupa per la nuova normativa Ue sulle rinnovabili, in cantiere alla Commissione europea.
 
A Bruxelles l'esecutivo, intento a lavorare alla proposta per le energie rinnovabili, sta pensando di introdurre nel pacchetto un meccanismo per il ''commercio virtuale'' delle energie verdi tra i paesi dell'Unione europea. E questa idea suscita le perplessita' e le paure dell'Ewea. Si corre, infatti, il rischio di creare un'incertezza legislativa, abbandonando i sistemi in vigore che si sono dimostrati vincenti. Tutto cio' a scapito della fiducia degli investitori e quindi del buon andamento del settore, sostiene la lobby degli industriali del vento. Un cambiamento di rotta deve essere preparato bene in modo che, da una parte, si possa mantenere la fiducia degli investitori e dall'altra la velocita' di sviluppo attuale, ammonisce l'Ewea. Per evitare pericolose conseguenze sul mercato dell'eolico sara' necessario prima creare un vero mercato energetico interno competitivo per poi pensare ad un meccanismo unico per il commercio delle rinnovabili. Non si tratta di una posizione di chiusura verso il commercio, ma piuttosto, sottolinea l'industria, di discutere delle precondizioni necessarie al commercio, piuttosto che del commercio stesso. La paura e' che il 'commercio virtuale' spinga gli stati membri a lanciarsi in esercizi strategici azzardati con frequenti aggiustamenti dei quadri legislativi nazionali in grado di garantire che i sistemi di supporto siano sufficientemente attraenti per mantenere l'azione a livello nazionale, ma allo stesso tempo, evitando di attrarre l' attenzione degli esportatori stranieri. Il fatto di avere aggiustamenti frequenti fara' aumentare il rischio per gli investitori e potrebbe anche non essere una soluzione efficiente in termini di costi. In un contesto di commercio virtuale il mercato potrebbe essere fortemente distorto, se ogni piano nazionale per le rinnovabili sara' condizionato dalle decisioni prese dagli altri stati membri. Per l'Ewea l'introduzione del sistema di scambi, che permette ad un paese di importare da un altro parte dell' energia rinnovabile necessaria per raggiungere il suo target, ha senso solo se il paese venditore ha un surplus di energia verde rispetto al suo target e quello compratore e' al di sotto del suo target. In caso contrario, ammonisce l'Ewea, si corre il rischio di creare un mercato senza liquidita' e dove tutte le parti interessate restano indietro rispetto ai loro obblighi. (ANSA). YFZ-GU

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