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24-04-2008 TUTTE LE NEWS
Fotovoltaico, l´ottimismo del rapporto Aper
LIVORNO. Nel suo terzo report appena pubblicato - i primi due da noi già approfonditi su eolico e idroelettrico - l’Aper fa il punto sul fotovoltaico.
 
Molte luci, ma anche diverse ombre con un quadro nazionale che sostanzialmente non si discosta molto da quello a noi più noto della Toscana. «Il sistema di incentivazione introdotto dal decreto ministeriale 19 febbraio 2007 – comincia l’Aper - ha finalmente posto le basi per un maturo sviluppo del settore solare-fotovoltaico anche in Italia. Le novità introdotte sono state diverse, citiamo ad esempio il nuovo criterio di distribuzione delle tariffe incentivanti che risultano variabili in funzione della potenza e del grado di integrazione architettonica. Sebbene la classificazione cui si fa riferimento abbia comportato non poche difficoltà di interpretazione, è chiaro l’intento del legislatore di premiare le installazioni a servizio di strutture esistenti o da costruire, che abbiano destinazioni d’uso indipendenti rispetto al solo impianto». «Ma a questo punto – prosegue l’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili - è lecito domandarsi quali risultati siano stati raggiunti fino ad oggi nel settore solare-fotovoltaico ricordando che molti impianti da realizzare sono ancora legati al precedente sistema di incentivazione nazionale (regolamentato dai decreti ministeriali 28/7/2005 e 6/02/2006) che ha incentivato 12.433 impianti fotovoltaici per una potenza di circa 388 Mw. Dal rapporto Gse “Incentivazione degli impianti fotovoltaici” ottobre 2006-settembre 2007, emerge infatti che al 30 settembre 2007 solo il 12% della potenza incentivata con il vecchio Conto Energia è entrata in esercizio e si è in attesa della realizzazione dei restanti impianti. La potenza fotovoltaica installata al 1° marzo 2008 risulta essere superiore a 83 MW, di cui 63 MW ca. relativi ad impianti incentivati con il vecchio Conto energia e i restanti 20 MW ca. con il nuovo Conto energia. La situazione nella varie regioni, salvo poche eccezioni, conferma quanto già visto l’anno precedente, ovvero un’evidente prevalenza di realizzazioni nel Nord Italia nonostante sia stato il Sud (Puglia, Basilicata e Sicilia) con il vecchio conto energia a raggiungere i più alti valori di potenza ammessa ad incentivazione». E l’Aper qui aggiunge un significativo commento: «Poche sono le speranze che tutti gli impianti ammessi ad incentivazione con il precedente meccanismo troveranno finale concretizzazione perché molti soggetti, intravedendo la possibilità speculativa dell’investimento, hanno presentato le domande senza essere necessariamente in possesso degli strumenti tecnico-finanziari per la successiva fase di realizzazione». Ma perché in Italia siamo in ritardo rispetto anche a paesi europei che fino a qualche anno fa ci erano alle spalle e non di poco (Spagna)? «Il ritardo dell’Italia nello sviluppo della fonte solare fotovoltaica – spiega l’Aper - è da addebitarsi a diverse cause. Innanzitutto il fatto che soltanto nel febbraio 2007 è stato definito in maniera risolutiva il sistema di incentivazione e che è dovuto trascorrere un ulteriore lasso di tempo affinché il sistema imprenditoriale e (soprattutto) bancario e amministrativo ne comprendessero il funzionamento. Nel confronto con gli altri paesi, l’Italia è ulteriormente penalizzata per la mancanza di una matura filiera industriale del fotovoltaico che non favorisce la pronta disponibilità sul mercato di valide competenze e prodotti. Un’altra problematica è quella relativa alle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti». L’Aper individua poi quattro problematiche “irrisolte”, che se non verranno superate di fatto non faranno decollare il sistema di incentivazione quale strumento di crescita e sviluppo di questa fonte rinnovabile: 1) Procedure autorizzative che regolamentino in maniera chiara l’iter burocratico per la realizzazione degli impianti, prevedendo là dove possibile delle semplificazioni. 2) Incentivazione della filiera industriale nazionale capace di coprire l’intero ciclo produttivo,dalla lavorazione del materiale utilizzato per le celle all’assemblaggio dei moduli. 3) Programmazione della Ricerca nazionale mirata allo studio di nuovi materiali innovativi, alla diminuzione del costo di fabbricazione dei moduli fotovoltaici e all’aumento del rendimento del generatore fotovoltaico. 4) Risoluzione dei problemi di allacciamento alla Rete spesso cause di lungaggini burocratiche eccessive. Nelle conclusioni del rapporto, però, l’Aper è ottimista: «E’ opinione comune ritenere il fotovoltaico la principale tecnologia in grado di incarnare gli obiettivi a lungo termine della politica energetica della Commissione Europea contribuendo all’approvvigionamento elettrico in maniera apprezzabile dopo il 2030. E’ probabilmente questo il modo di comprendere il potenziale fotovoltaico installabile stabilito dall’Italia, pari a 9500 MW, per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020. Sebbene ambizioso ma teoricamente raggiungibile, questo target finirà per perdere significato e attendibilità fin quando non si comprenderà la metodologia di calcolo utilizzata e l’urgenza di affrontare le problematiche irrisolte che il settore soffre nel nostro Paese. Un ulteriore passo cruciale consisterà nell’aumentare il numero (e la professionalità) degli operatori coinvolti nel settore finanziario, commerciale e industriale migliorando parallelamente l’informazione nei confronti del cittadino al fine di renderlo consapevole che l’elettricità prodotta da fonte solare fotovoltaica determina benefici socio-economici, industriali e ambientali che gli permetterebbero di diventare figura “attiva” nella lotta al cambiamento climatico, in un’ottica di sostenibilità e rispetto per le generazioni future». Per quanto riguarda la Toscana, che come dicevamo all’inizio non ha numeri e situazioni molto diverse da quelle messe in luce dall’Aper, attualmente la potenza impianti installati prima dell’entrar in vigore del Pier (in discussione in consiglio regionale) è pari a 1.3 Mw. La potenza aggiuntiva prevista al 2020 è pari a 150 Mw; la potenza complessiva prevista al 2020 dunque è di 151,3 Mw con una producibilità prevista (calcolata considerando un funzionamento annuo per 1330 ore circa) di 200 Gwh circa. Come strumenti da mettere in campo per il raggiungimento di questi obiettivi, la Regione promuoverà un accordo volontario con le categorie degli installatori di tale tipo di impianti, nonché con gli ordini professionali interessati ad altri enti, associazioni e soggetti il cui coinvolgimento risulterà opportuno, la fine di accelerare lo sviluppo della installazione di impianti fotovoltaici in Toscana. Inoltre la Regione promuoverà la massima diffusione di installazione di impianti fotovoltaici nei confronti di enti pubblici; media grande distribuzione; aree degli impianti di trattamento acque, nei porti, negli interporti ecc. La strada è difficile ma non impossibile. Con la variabile tempo che non aiuta, perché bisogna fare, fare bene e in fretta.

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