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02-11-2017 TUTTE LE NEWS
Un futuro solare
Celle solari organiche, concentratori luminosi, pannelli di nuova generazione: ecco come oggi il fotovoltaico alimenta abitazioni e intere città.
 
Le grandi speranze di un futuro energetico più verde si appoggiano in gran parte sul solare. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel rapporto “Renewables 2017” il fotovoltaico rappresenta circa due terzi della capacità netta di nuova potenza installata nel mondo nel 2016. Solo l’anno scorso sono stati 165 i gigawatt (gW) entrati in funzione, con la spinta di Cina e Stati Uniti che da soli, spiega un report di Bp, hanno portato rispettivamente 34.5 e 14.7 gW di nuova potenza fotovoltaica. C’è spazio per un’ulteriore espansione. Per il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol, siamo davanti a una nuova era nel fotovoltaico: l’energia solare è cresciuta più di qualsiasi altra fonte ed entro il 2022 la crescita del fotovoltaico potrebbe superare quella di tutte le altre rinnovabili. Una visione condivisa anche dal futurologo Ray Kurzweil, padre della Singularity University, comunità globale di formazione e innovazione che coinvolge influencer e innovatori di tutto il mondo. Secondo Kurzweil, nel giro di 12 anni il solare dominerà il mercato dell’energia. Una stima ambiziosa: nonostante la forte crescita oggi il solare genera appena l’1,3% dell’energia consumata nel mondo. In questo contesto l’Italia tiene il passo. Nel 2016 la produzione lorda di energia da fotovoltaico è stata pari a 22.104 gWh, cioè il 7,6% del consumo nazionale. C’è stato un leggero calo rispetto al 2015 (-3,7%) ma se si allunga lo sguardo sugli ultimi cinque anni l’aumento cumulato è quasi del 15%. Nonostante il taglio degli incentivi, solo negli ultimi due anni nel nostro Paese sono stati installati 180 mila nuovi impianti fotovoltaici, pari al 25% di tutti quelli montati in Italia fino a oggi. A spingere la crescita del fotovoltaico ci sono gli investimenti che alimentano la ricerca facendo precipitare i costi. In questo processo lo studio dei materiali è un elemento chiave. In America, per esempio, nel deserto del Mojave tra California e Arizona è nato da qualche tempo Desert Sunlight, un gigantesco impianto fotovoltaico da 550 mW – in grado di produrre energia per 160mila abitazioni – che per la prima volta ha utilizzato il tellururo di cadmio per i pannelli. Non è un materiale nuovo (il brevetto è stato depositato nel 1999), ma la ricerca ha permesso di aumentare l’efficienza e ridurre i tempi di fabbricazione dei pannelli a sole tre ore e mezza, contro i tre giorni che servono in media per il tradizionale silicio policristallino. Anche l’Italia fa la sua parte nella ricerca di nuovi materiali. L’Istituto italiano di Tecnologie di Genova (Iit) insieme all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha realizzato un modulo solare al grafene di circa 50 centimetri quadrati: questa tipologia di pannelli semitrasparenti permetterà di abbattere i costi e rendere “intelligenti” finestre e altre superfici esposte alla luce solare, che potranno produrre energia pulita dalla radiazione luminosa senza bloccarne il percorso, come avviene invece con il tradizionale fotovoltaico. Sempre in Italia il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente ha ideato, sperimentato e sviluppato la tecnologia a celle solari organiche: sono stampabili su qualsiasi superficie, sottili e flessibili, non contengono silicio e non necessitano di tralicci per essere montate. Inoltre sono in grado di funzionare anche in condizioni di luce diffusa, per esempio all’alba o al tramonto. Dalla ricerca Eni nascono anche i concentratori di luce luminescenti, speciali finestre trasparenti e colorate che producono elettricità e regolano la luminosità e la temperatura dell’ambiente. Soluzioni cruciali per il futuro delle abitazioni che, secondo una direttiva europea del 2010, in Europa dal 2021 dovranno essere tutte costruite secondo gli standard “a energia quasi zero” (nZEB). Esperimenti in questo senso sono in corso da tempo in tutto il mondo. In Giordania, con il contributo della svedese Ikea, è nato un campo profughi totalmente autonomo dal punto di vista energetico grazie proprio al solare. Mentre a Zwolle – in Olanda – il gruppo Scania, tra i leader europei nei veicoli pesanti, sta installando nel suo stabilimento 22mila pannelli per auto-alimentare la fabbrica. In Italia lo stabilimento Heineken di Massafra in Puglia ha installato 13 mila pannelli solari sui tetti diventando, con 3,3 mW di potenza, lo stabilimento di birra “più solare” del mondo. Tecnicamente, per raggiungere l’autosufficienza energetica in un edificio è necessario stipulare un contratto di compravendita con il gestore della griglia elettrica, comprando energia quando i dispositivi non ne producono abbastanza e rivendendola quando ne producono più di quella che viene consumata. In uno scenario di totale autosufficienza, invece, diventeranno decisivi i sistemi per immagazzinare l’elettricità proveniente dalle rinnovabili per poi erogarla al bisogno. Per questo il futuro del solare è strettamente legato all’evoluzione dei sistemi di stoccaggio, cioè le batterie. Passa da lì la strada per trasformare il fotovoltaico in un “business” davvero conveniente per tutti.

http://www.lettera43.it